Nel definire l’azienda come un sistema aperto si vuole intendere in primo luogo che l’azienda trae dall’ambiente esterno le
condizioni cioè gli input che consentono, favoriscono e condizionano il proprio funzionamento; essa poi cede all’ambiente i
propri risultati cioè i suoi output.
Gli effetti indotti dall’insediamento di un’azienda in un’area vanno ben oltre la cessione sul
mercato dei prodotti che essa fabbrica, infatti, si pensi all’impatto sull’ambiente fisico, all’eventuale necessita di migliorare le
infrastrutture dell’area, all’attivazione dei rapporti di fornitura con altre aziende operanti nella zona, ai redditi dei
dipendenti. Quindi l’azienda può essere rappresentata come un sistema che trasforma input derivanti dall’ambiente in
output che cede all’ambiente.
Essa, inoltre, deve perseguire una condizione di equilibrio con l’ambiente di cui è parte. Tal
equilibrio è interpretabile come stato di sintonia tra le condizioni di ambiente (forze esterne) e le condizioni strutturali
dell’azienda (forze interne). Mentre le condizioni ambientali sono in continua evoluzione, i caratteri strutturali dell’azienda
non sono facilmente modificabili nel breve termine, quindi l’equilibrio con l’ambiente e da intendersi sempre in senso
dinamico.
Infatti, appena si raggiunge una posizione di equilibrio questa è destinata ad essere subito superata sollecitando
l’assunzione di nuovi caratteri strutturali e nuove relazioni con l’ambiente. Per tale motivo l’azienda deve mostrare non solo
la capacità di adattamento ma anche di anticipazione e condizionamento degli standard evolutivi dell’ambiente.