Abbiamo elencato le caratteristiche (positive) degli Etf e la convenienza di investire in questi strumenti a gestione passiva piuttosto che nei fondi indicizzati o nei fondi comuni a gestione attiva. Risulta essere doveroso però far presente che anche gli Etf presentano dei rischi di cui bisogna tenere conto. Infatti, oltre al normale rischio di mercato, legato all’andamento del sottostante, occorre verificare il grado di liquidità degli Etf su cui si è deciso di investire.
Per gli Etf esiste la possibilità che l’emittente li liquidi da un momento all’altro a suo piacimento. Questa eventualità può accadere quando un Etf è poco liquido, cioè quando non riscuote l’interesse del mercato. Con “poco liquido” si fa riferimento al numero di compratori e venditori che caratterizzano il mercato dell’Etf per diversi livelli di prezzo.
Facciamo un esempio per meglio comprendere come verificare la liquidità di un Etf sul mercato. Operando online, l’intermediario bancario mette a disposizione dell’investitore i book di negoziazione. Il “book di negoziazione” indica l’insieme delle migliori cinque proposte per comprare (colonna Ask) o vendere (colonna Bid) un determinato strumento finanziario, sia questo una obbligazione, o una azione o, come nel nostro caso, un Etf.
Un’nalisi approfondita del book di negoziazione ci consente di comprendere se il nostro Etf è poco trattato, cioè se interessa pochi compratori e venditori durante la seduta di negoziazione. Questo è desumibile dalle voci “Quantità” e “Cvt”, cioè il numero totale delle quote trattate e il controvalore delle compravendite effettuate durante la giornata. Se confrontiamo un Etf che ha trattato un totale di 1.200 quote per un controvalore di 36.000 euro con un altro Etf che ha realizzato scambi per un totale di 68.000 quote per 5 milioni di euro, possiamo senza dubbio affermare che il secondo Etf è oltre cento volte più liquido del primo.
La liquidità di un Etf è spesso determinata dal grado di interesse che i risparmiatori manifestano nei confronti di un determinato mercato. Nell’esempio riportato il primo Etf rappresenta un mercato molto ristretto e selettivo, mentre il secondo un mercato di ampio interesse (come potrebbe essere, ad esempio, un importante indice di Borsa europea, come il tedesco Dax 30 o il francese Cac 40).
Chi decide di investire negli Etf deve quindi verificarne sempre il grado di liquidità, in quanto succede spesso che Etf poco liquidi vengano cancellati dal listino a seguito di uno scarso interessamento da parte degli investitori.
Pertanto, il consiglio è di preferire Etf sempre molto liquidi e di evitare di investire su quelli con sottostanti esotici o di ultima creazione (magari molto propagandati sulla stampa di settore), i quali potrebbero avere un divario (spread) troppo ampio tra prezzo di acquisto e prezzo di vendita in caso di disinvestimento, oppure, ripetiamo, potrebbero essere soggetti a rischio di liquidazione da parte dell’emittente.