Uno dei motivi per cui un numero crescente di persone sceglie di affidare al conto deposito i propri risparmi, consiste nella possibilità di poter ottenere la completa gratuità del rapporto.
Pur con le dovute eccezioni, il conto deposito non ha costi di apertura o di chiusura, canoni periodici, commissioni per le operazioni.
Ne deriva che si tratta di una relazione bancaria a costo zero e, per giunta, con tassi di interesse che sono superiori a quelle principalmente offerte dai principali prodotti “concorrenti”. Ma cerchiamo di vederci un pò più chiaro.
In questo nostro approfondimento sui conti di deposito, partiamo con la ricerca delle principali voci di gratuità. Pur con le opportune eccezioni, ricordiamo infatti come il conto deposito non preveda:
Spese di apertura
Spese di chiusura
Commissioni per i versamenti
Commissioni per i prelievi
Spese di rendicontazione
Spese per informative mensili
Cosa (di solito) si paga nei conti deposito
Di contro, i conti deposito spesso non sono dei rapporti effettivamente a costo zero. A gravare su tali rapporti sono principalmente due voci, che tuttavia non pregiudicano nè l’onestà delle pubblicità dei conti deposito promossi “a zero spese” nè la convenienza di tali conti:
Ritenuta fiscale: secondo la normativa vigente gli interessi creditori che maturano sul conto deposito sono soggetti a ritenuta fiscale. Una trattenuta che pertanto rende un pò meno conveniente il tasso di interesse di riferimento sul conto deposito, visto e considerato che a causa dell’applicazione della ritenuta la loro convenienza diminuirà di un pò rispetto a quanto dichiarato.
Imposta di bollo: l’imposta di bollo grava su tutti i conti e, pertanto, anche sui conti depositi. In particolare, su questa categoria di rapporti l’imposta è pari allo 0,20% annuo delle somme depositate, con un minimo di 34,20 euro per i depositi sopra i 17 mila euro.
Si tenga inoltre conto che, pur non rappresentando veri e propri “costi”, vi sono altri elementi che potrebbero incrementare la convenienza del conto deposito. Uno di questi elementi è certamente rappresentato dalla capitalizzazione: più brevi sono i termini temporali di capitalizzazione, e maggiore sarà la convenienza del conto deposito. A parità di tasso di interesse, pertanto, preferite i conti deposito che hanno una capitalizzazione trimestrale, rispetto a quelli che hanno una capitalizzazione semestrale o una capitalizzazione annua.
Ancora, è importante capire se il conto deposito richieda (come di norma avviene) o meno, l’appoggio di un conto corrente ordinario. Nel primo caso, bisogna altresì comprendere se è richiesta l’apertura di un conto corrente ordinario nella stessa banca di riferimento, o se invece è possibile aprire un conto corrente in qualsiasi istituto di credito. Se infatti l’apertura del conto deposito è sostanzialmente vincolata all’apertura di un conto corrente nella stessa banca nella quale si desidera aprire un conto deposito, bisognerà valutare attentamente l’entità dei costi del conto corrente.
Perchè i conti deposito non costano niente?
I conti deposito non hanno costi perchè si tratta di rapporti nati appositamente per trasformarsi in “salvadanai virtuali”, incoraggiando quindi le persone ad accendere nuove relazioni sotto tale forma tecnica. Inoltre, i conti deposito nascono generalmente all’interno di banche “online”, che lavorando principalmente online e per telefono, non hanno costi fissi di gestione particolarmente elevati (come invece avviene per le banche tradizionali).
In ogni caso, fate sempre attenzione a cedere alle facili tentazioni. Prima di sottoscrivere il contratto di un conto deposito, leggete con attenzione i fogli informativi di trasparenza e le condizioni economiche, confrontando – se lo ritenete opportuno – le caratteristiche di due o più conti ritenuti potenzialmente di interesse, e domandando eventuali e specifici chiarimenti, qualora ne ricorrano le possibilità.