Oggi quasi tutti posseggono un conto corrente ma spesso si sente l’esigenza di cambiarlo o di aprirne uno nuovo.
Il conto corrente non deve essere considerato come un investimento perché ormai le banche non offrono quasi più nessun interesse per i soldi che vengono lasciati sul conto corrente. Con questa premessa si deve scegliere il conto corrente e non l’illusione di guadagnarci.
Le banche hanno dei conti correnti che possono essere considerati quasi tutti simili; le uniche vere differenze si possono notare nei costi e negli eventuali servizi aggiuntivi.
Nei costi vengono inserite varie voci, come il canone mensile, le spese per le operazioni di sportello, il costo della carta bancomat o di credito, il costo per l’invio dei rendiconti e ovviamente anche le spese di apertura e chiusura conto.
Quando parliamo di costi aggiuntivi consideriamo l’omaggio della carta bancomat, del libretto di assegni, di un tot di operazioni oppure di gadget che le banche offrono per attirare i potenziali clienti.
Un conto corrente può avere un canone differenziato a seconda che si scelga un canone fisso oppure legato al numero di operazioni che si effettuano nell’arco di un anno.
Il canone fisso viene stabilito al momento dell’apertura del conto e non cambierà se si aumentano le operazioni o il capitale versato. Il canone variabile è un’ottima soluzione che consente di risparmiare se nel corso dell’anno si compiono poche operazioni.
Uno dei costi fissi è l’imposta di bollo che è di circa 35 euro annuali e nella norma spetta al cliente pagare; ma negli ultimi tempi le banche eliminano questa spesa per accaparrarsi più clienti.
All’apertura di un conto è normale richiedere un bancomat o una carta di credito in modo da poter prelevare all’occorrenza senza doversi recare in filiale. Questo è un parametro da considerare perché molte banche prevedono un costo annuale per le carte e lo stesso discorso vale per il libretto di assegni. Nella norma l’emissione di carte o di assegni è un costo compreso nel canone mensile ma va tuttavia verificato.
Vediamo alcuni costi ipotizzando di essere una famiglia con età inferiore ai 60 anni che sceglie un conto con un canone che comprende le operazioni.
Costo degli assegni: può oscillare da 0,05 della BPM ad 1 euro di Unicredit con il conto Genius Smart. Per dettagli è possibile vedere questa guida.
Canone annuale medio: oltre a quelli a costo zero come Conto Arancio, si parte da 14 euro con la BPM fino ad arrivare agli 80 euro con la Antonveneta. Esistono conti correnti con un canone annuale maggiore ma offrono condizioni differenti e opzioni aggiuntive. Qui parliamo di un normale conto corrente.
Costo dei prelievi allo sportello: oltre a quelli a costo zero come CheBanca si parte da 1 euro con Cariparma fino a 2,95 con Fineco
Costo medio di un conto corrente: dai 50 ai 230 euro. In questa media sono comprese tutte le spese che un cliente potrebbe pagare.
Nel vasto mondo dei conti correnti troviamo anche quelli chiamati “Conti Correnti a zero spese”, ovvero senza canone annuo. Sono conti che consentono le operazioni base e lavorano prettamente online.
Tra i conti correnti online più vantaggiosi troviamo Conto Arancio che ha un costo annuale di 0 Euro. Quello meno vantaggioso dei conti correnti a zero spese è il conto online della banca Monte dei Paschi di Siena che ha un costo medio annuo di 184 euro.
Il costo MpS, anche se il canone è gratuito, sale a causa dell’enorme costo di prelievo allo sportello di 5,20 euro oppure di un semplice bonifico sempre in sportello che arriva a 6,25 euro.