l lavoro ripartito (detto anche job sharing) è un contratto di lavoro dove due colleghi si dividono l’orario di un unico turno lavorativo. Non va confuso con il contratto part time dato che non si vengono a creare due rapporti lavorativi distinti.
I lavoratori hanno l’obbligo di informare il datore di lavoro di questa distribuzione d’orario e nel caso in cui uno dei due colleghi dovesse assentarsi, il datore ha il diritto di chiedere all’altro lavoratore di lavorare per l’intera giornata.
Contributi e prestazioni previdenziali sono equiparate ai contratti di lavoro a tempo parziale.
Nel caso in cui uno dei due lavoratori venisse licenziato, il licenziamento avverrebbe anche per il collega a meno che non siano stati presi accordi diversi in precedenza.
Anche questo è un contratto da stipulare in forma scritta e deve contenere la quota percentuale e gli orari del lavoro giornaliero, settimanale, mensile o annuale; deve essere presente anche il luogo di lavoro, la retribuzione di ciascun lavoratore e le misure di sicurezza adottate.
Le differenze sostanziali tra part-time e lavoro ripartito sono
doveri reciproci tra i due lavoratori;
la divisione dell’orario di lavoro tra i due colleghi.
I vantaggi sono da ritrovarsi in più tempo libero per i lavoratori coinvolti ed una maggiore produttività per l’azienda.
Gli svantaggi invece riguardano una grande fiducia tra colleghi che deve sempre essere presente (pena il lavoro su turno completo di un solo lavoratore) e la perfetta simbiosi tra i due.
Il contratto a tempo ripartito ha avuto origine in America e nel nostro paese è ancora in via sperimentale nel settore terziario con Decreto Legislativo n. 276/2003.